1493 settembre 5, Barcellona. Lettera patente di Re Ferdinando II di Sicilia al Viceré e ai giudici della Magna Regia Curia

Archivio di stato di Palermo, archivio Moncada, n. 906

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Sigillo equestre Ferdinando II Sicilia
lettera patente di Ferdinando II di Sicilia, 1493 recto
lettera patente di Ferdinando II di Sicilia, 1493 verso

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Analisi del documento 

Si tratta di un documento pubblico redatto dalla cancelleria di Ferdinando II di Sicilia nell’anno 1493, contenente il testo di una lettera patente diretta dal sovrano al viceré e ai giudici della Magna regia curia.  

Tipici elementi della forma epistolare sono soprattutto l’indicazione del destinatario al dativo che si legge al quarto rigo, a partire dal termine “spectabili”, e la successiva formula di saluto, “salutem et dilectionem”. 

Notevole la quantità di titoli appartenenti a Ferdinando, riportati in una formula di intitulatio che occupa ben quattro righi: re di Sicilia e di vari altri regni, conte di Barcellona, duca di Atene e Neopatria, ecc. Si tratta, del resto, di cariche accumulate nel tempo da un sovrano che, partendo dalla sua terra d’origine, l’Aragona, riesce per la prima volta, dapprima attraverso il matrimonio con la cugina Isabella, infanta di Castiglia, celebrato nel 1469, poi con la conquista dei territori musulmani del sud della penisola iberica, a unire l’intera penisola iberica sotto il dominio di un’unica casata dopo secoli di frammentazione. L’impresa contro gli “infedeli” sarebbe valsa, a lui e alla moglie, il titolo di “Maestà cattoliche”, concesso da papa Innocenzo VIII subito dopo la caduta dell’ultimo ridotto islamico, Granada, nel 1492. 

Da notare anche la presenza della sottoscrizione regia all’ultimo rigo (El Rey).  

Al documento è applicato un sigillo di carta aderente di tipo equestre, che raffigura il sovrano a cavallo l’armatura, ripreso dal lato destro come nell’uso anglo-francese, e la cui striscia di applicazione si può notare tra il diciassettesimo e il diciottesimo rigo. Sul verso sono presenti: la formula di mandato con la quale il notaio scrittore dà notizia di aver ricevuto l’ordine di redazione del documento direttamente dal sovrano («Dominus rex mandavit mihi…»); la nota di registrazione sui registri di cancelleria; la nota che attesta il pagamento di due tarì da parte del destinatario del documento per i diritti di cancelleria. 

Scrittura 

La scrittura utilizzata è una cancelleresca italica, molto chiara e leggibile, dal ductus posato, con presenza di poche legature, tra le quali spiccano quelle a ponte tra la s e la t. Le parole sono ben separate tra loro e anche la distanza tra le righe, con la sua regolarità, rende agevole la lettura.  

Le abbreviazioni non sono, nel complesso, numerose: si riducono quasi unicamente a quelle classiche adoperate per la sostituzione delle desinenze del genitivo plurale in -arum, -orum o a quelle che stanno per “quod”,per”, “pre”, mentre risulta scomparso il segno tironiano a forma di 7 in sostituzione della congiunzione “et”, tipico della scrittura gotica. Da non confondere, nel corso della lettura, la lettera “u” con la lettera “v”, che hanno forma praticamente identica nell’intero documento.  

Sunto  

Barcellona, 1493 settembre 5 

Re Ferdinando II di Sicilia ordina al Viceré e ai giudici della Magna Regia Curia di prestare particolare prudenza nella causa vertente tra Bernardo de Bardaxi e la madre Giovanna De Bardaxi alias Russo e Spatafora, da un lato, e la contessa di Sclafani Beatrice Russo e Spatafora, dall’altro. In particolare, su richiesta di quest’ultima, viene prescritto ai destinatari del documento di preservare il rispetto delle costituzioni, capitoli e privilegi del regno, nonché dei riti e delle procedure del regio tribunale, anche quando verrà il momento di dare esecuzione al contenuto di precedenti lettere regie spedite loro ad istanza di Bernardo de Bardaxi e della madre. 

Nulla si dice, purtroppo, della materia trattata nel processo in corso tra le parti. L’oggetto del contendere sarà ricavabile, presumibilmente, dagli altri documenti interni al volume da cui è tratto il testo qui esaminato.     

Trascrizione 

  1. Ferdinandus, Dei gracia rex Castelle, Aragonum, Legionis, Sicilie, Granate, Toleti, Valencie, Gallecie, Maioricarum/  
  1. Hispalis, Sardinie, Cordube, Corfire, Murcie, Giennis, Algarbii, Algezire, Gibraltaris, ac insularium Canarie, comes/  
  1. Barchinone, dominus Biscaye et Moline, dux Athenarum et Neopatrie, comes Rossillionis et Ceritanie, marchio/  
  1. Oristani, comesque Coriani. Spectabili nobili magnificis dilectis consiliariis et fidelibus nostris viceregi ac iudici/ 
  1. bus magne nostre curie in dicto nostro Sicilie regno, salutem et dilectionem. Ad supplicationem nobilis Anthonii /  
  1. Bernardi de Bardaxi, filii et procuratoris multi nobilis et dilecte nostre Ioanne de Bardaxi alias Russo et Spatafora, quedam /  
  1. a nobis et cancellarìa nostra emanarunt littere vobis ac aliis officialibus et iudicibus delegatis directe, in et / 
  1. super causis et questionibus vertentibus inter eundem Bardaxi et seu predictam eius matrem ex una et /  
  1. spectabilem et dilectam nostram Beatricem, comitissam Sclafani ex altera partibus, causis et rationibus in pro/  
  1. cessu et seu processibus qui inter dictas partes actitantur lacius contentis et videlicet in predictis litteris dicatur iusti/ 
  1. cie complementum ministretis, servatis semper constitucionibus, capitulis, privilegiis, consuetudinibus et seu ritti/ 
  1. bus eiusdem nostri regni, tamen ad abundantiorem cautelam supplicatione super hiis maiestati nostre porecta/ 
  1.  pro parte eiusdem spectabilis comitisse Sclafani et ut eidem iure satisfaciamus mentem et intentum /  
  1. nostrum repetentes, circa eiusmodi litteras nec non et alias quascumque a nobis et cancellarìa nostra inter dictas /  
  1. partes emanatas et emanandas. Cum presenti vobis et cuiuslibet vestrum prout ad unumquemque spectet, dicimus /  
  1. et declaramus nolle aliquid per easdem litteras providisse neque exinde providere, nec per vos illarum aut aliarum /  
  1. emandarum virtute fieri, nisi ipse littere fuerint de iusticia et secundum formam iuris et capitulorum /  
  1. regni eiusdem et cum omnibus clausulis debitis et opportunis expeditur et nisi in omnibus et per omnia fuerit /  
  1. provisum quod in eiusmodi causis procedatur, servatis constitucionibus, capitulis et privilegiis ipsius regni ac /  
  1. ritibus eiusdem magne nostre curie, ac aliis servandis nec per vos aliter inde procedi volumus nec procedatis. /  
  1. Cavete igitur, si graciam nostram raram habetis et penam unciarum auri mille a bonis cuiuslibet contrafacientis / 
  1. Vestrum quod non oppinamur irremissibiliter exingendarum et nostris inferendarum erariis […] non/  
  1. Incurrere secus premissorum quavis racione vel causa peragere, aut aliter procedere nec enantare degno / 
  1. omnem a vobis et quolibet vestrum ex superabundanti cautela auferimus potestatem cum nullitate decreto / 
  1. tum pro debito iusticie et illius administracione. Hec sit voluntas nostra inmutabilis. Datum Barchinone / 
  1. quinto die septembris XII indictionis, anno a nativitate Domini millesimo quadrim/ 
  1. gentesimo nonagesimo tercio. yo el rey 

Risorse digitali

Strumenti di ricerca dell’Archivio di Stato di Palermo – inventario della famiglia Moncada di Paternò, secc. XV-XX

Autore della scheda  

Ssp (descrizione archivistica, trascrizione), FGi (grafica).

Ringraziamo Sophie Bonetti, funzionaria restauratrice SAAS-SIPA, per aver segnalato il documento.

Ultima modifica: 31 Maggio 2024