La Sede “Gancia”
La sede sussidiaria dell’Archivio di Stato di Palermo si trova nell’ex convento di Santa Maria degli Angeli detto della “Gancia”.
L’ex convento di Santa Maria degli Angeli, detto la Gancia
Il convento appartenne ai Frati Minori Osservanti di S. Francesco, i quali nel 1426 avevano istituito un loro cenobio fuori le mura della città in contrada S. Maria di Gesù e volevano acquisire un luogo che offrisse ospitalità ai religiosi che si recavano in città. Nel corso del XV secolo essi intrapresero la costruzione di un grandioso convento sotto il titolo di S. Maria degli Angeli, che conservò l’originario appellativo di Gancia o Grangia. Il termine “Grangia” sta a significare “poderi appartenenti ai monasteri… fu dato comunemente quel nome agli ospizi dipendenti da monasteri, conventi e abazie”.
Il nucleo originario del convento risale all’ultimo ventennio del secolo XV. Alcuni hanno ritenuto che il luogo in cui sorse il convento fosse lo stesso in cui si elevava il famoso palazzo degli Emiri musulmani. La Chiesa fu edificata nei primi anni del secolo XVI e rappresenta una splendida testimonianza dell’arte rinascimentale. Contiene molte opere d’arte, tra cui le tele di Vincenzo Romano e di Pietro Novelli, gli stucchi del Serpotta e le sculture del Gagini.
L’ampliamento seicentesco
Nel corso degli anni il convento si ampliò con la costruzione di un grande refettorio capace di oltre duecento frati. Nel 1609 fu inoltre arricchito di un “claustro… con giardino et altre delitie dentro”. All’ingresso l’ampio portale appare una rielaborazione tardo rinascimentale dello stile gotico-catalaneggiante tipicamente siciliano.
Di gusto barocco è la vera da pozzo posta al centro dell’atrio, più recenti gli affreschi con l’immagine della Madonna e dei frati che ricoprono quel che resta dell’antico porticato. Si conserva nel cortile la campana che, secondo la tradizione, il 4 aprile 1860, con il suo suono diede inzio alla rivolta capeggiata da Francesco Riso.
L’ex refettorio dei frati venne affittato, nel 1615, all’Ordine dei Terziari, che successivamente lo abbellirono di stucchi ed affreschi e vi ricavarono una fossa per la sepoltura, ancora visibile. Gli affreschi rappresentano episodi del Vangelo e pure di ispirazione religiosa frammista a motivi floreali sono gli stucchi a tutto tondo che si riallacciano ad un gusto reso celebre dal Serpotta, attivo nella Chiesa della Gancia a partire dal 1680.
Da convento a sede d’Archivio
Sin dal 1854 il governo borbonico stabilì di adibire a sede dell’Archivio il vasto edificio, infatti, nel 1859 vi furono trasferiti gli atti degli antichi notai nei locali già destinati ad Ospizio di beneficienza dal governo borbonico. Lo Stato italiano acquistò successivamente il resto dell’edificio per destinarlo ad Archivio di Stato.
Bibliografia
Ultima modifica: 26 Febbraio 2024