La Sicilia delle città | Baucina (PA)
Disponibile da: Ottobre 2024

L’8 luglio 1624, esattamente 400 anni or sono, il viceré Emanuele Filiberto di Savoia concedeva al marchese di Montemaggiore Mariano Migliaccio Ventimiglia la licentia habitandi per il suo territorio di Baucina, ricadente nel Val di Mazara, laddove già sorgeva un omonimo castello, solo da qualche mese donatigli dalla madre donna Lucrezia Migliaccio Conti. In realtà, l’idea di popolare quel territorio vasto e fertile era venuta proprio alla gentildonna che già da diversi anni ne aveva fatto richiesta a Corte, unitamente alla titolarità del mero e misto imperio con cui la famiglia avrebbe potuto pure esercitare la giurisdizione sulla nuova comunità. Prova ne sia che già cinque anni prima, nell’agosto del 1619, aveva proceduto al pagamento delle 600 onze che ella aveva offerto per sostenere le spese militari della Corona spagnola sul fronte tedesco.

I coloni vennero un po’ da tutto il circondario, come attestano le carte del primo rivelo, una sorta di censimento di persone e beni effettuato per nucleo familiare (fuoco), compiuto nel 1651, a meno di trent’anni, dunque, dal rilascio della licenza: da Montemaggiore, Giuliana, Burgio, Sclafani e naturalmente, soprattutto, dalla vicina Ciminna, tutte terre feudali delle quali rimanevano, a quella data, cittadini, essendo, invece, solo habitatores del nuovo centro urbano in formazione, ancora neppure diviso in quartieri.

Di questi riveli presentati da ciascun capo di casa di Baucina è un esempio quello di Filippo Guarisco, un burgitano ultrasettantenne a capo di una famiglia con sei figli, probabilmente tutti, nonostante l’età del padre, giovani o giovanissimi e forse di secondo letto – i due figli maschi avevano solo quattro e sedici anni. Abitavano in due case terrane adiacenti, praticamente in due stanze – un lusso per molti, a quel tempo, nel paese – e vivevano del frutto di un bel po’ di vigna, con i cui proventi, ogni anno, dovevano, però, pagare i censi dovuti su tutto, case e terre, al principe, in un meccanismo socio-economico e insediativo che, se di successo, garantiva sempre e in mille modi gli interessi del feudatario fondatore.
Maurizio Vesco
Segnature archivistiche
- Real Cancelleria, reg. 636, c. 220r
- Tribunale del Real Patrimonio, Riveli, b. 54, filza 2, c. 213r
- Direzione centrale di Statistica per la Sicilia, carta topografica 174.1



Ultima modifica: 07 Ottobre 2024