1732, aprile 4, Lipari. Dichiarazione dei giurati della città di Lipari sulla conversione di Saytt
Archivio di Stato di Palermo, Real Segreteria, Incartamenti, Rappresentanze di Palermo, b. 233, fasc. recante sulla coperta la data di apertura 2 maggio 1732 e la seguente decisione “Como parece en todo añadiendo al Consul que vea la forma a que vengan por estos moros”

Documenti
- Lettera di Simone Pilarino, Console a Tunisi in rappresentanza del Regno di Sicilia, del 12 dicembre 1731;
- Dichiarazione dei giurati della città di Lipari sulla conversione di Saytt del 4 aprile 1732.
Sunto
Nel febbraio 1731 quattro imbarcazioni (“feluche” o “tartane” nei documenti) liparote depredarono una imbarcazione tunisina nei pressi dell’isola di Vulcano, rendendo schiavi tutti i membri dell’equipaggio composto da dieci persone. Gli stessi furono venduti nella città di Messina; il capitano dell’imbarcazione tunisina, Rais Mustafà Ali, fu acquistato dal conte Vodda e riportato a Tunisi previo pagamento del riscatto.
In seguito all’arrivo a Tunisi del Rais, si diffuse la notizia della vendita come schiavi dei dieci tunisini provocando la sollevazione della popolazione di quella provincia ottomana. Vigeva infatti a quel tempo una tregua nella guerra di corsa fra il Regno di Sicilia e la Reggenza di Tunisi in base alla quale, fra l’altro, non potevano rendersi schiavi gli equipaggi delle imbarcazioni nemiche.
L’intervento del rappresentante diplomatico del Regno di Sicilia a Tunisi riuscì a scongiurare una vasta spedizione militare marittima contro le coste siciliane, a patto che i dieci tunisini resi schiavi fossero stati prontamente liberati.
Fra la documentazione conservata dalla Segreteria del Regno di Sicilia sulla vicenda, è presente anche la dichiarazione dei Giurati della città di Lipari in merito alla conversione di un membro dell’equipaggio, tale Saytt, di origine tripolina, durante la sua prigionia a Messina.
Autrice scheda
Francesca Di Pasquale
Ultima modifica: 10 Ottobre 2024